Come lo stile di attaccamento influisce sul nostro modo di essere e sulle future relazioni.

E’ importante sapere che la relazione primaria tra la figura di riferimento e bambino, che si instaura nei primi 3 anni di vita, influisce significativamente sul nostro modo di percepirci e sul nostro modo di relazionarci con gli altri. (Bowlby J.).

La teoria dell’attaccamento elaborata da Bowlby negli anni ’60, considera l’attaccamento come un legame geneticamente programmato perché fondamentale per la sopravvivenza fisica e psicologica del neonato.

Questo legame si costruisce grazie all’attivazione di una serie di comportamenti messi in atto tra madre e bambino, fondamentali per promuovere vicinanza ed unione.

Infatti attraverso il pianto , il bambino esprime un bisogno, di conseguenza questo attiva nella figura di riferimento una vicinanza, questo meccanismo è alla base della costruzione del legame affettivo tra madre e figlio, che rappresenta la base sicura dal quale il bambino si distacca sicuro e ritorna per richiedere protezione.

Questo legame inciderà sul suo sentirsi amato, accolto, protetto , sicuro e in grado di instaurare relazioni future durature.

Ci sono 4 stili fondamentali di attaccamento:

Lo stile di attaccamento sicuro è quello che si sviluppa nel bambino che ha una madre, o caregiver, presente, accudente, ma disposta a fargli sperimentare se stesso nel mondo. Il bambino si dimostra in grado di utilizzare il genitore come base sicura dal quale distaccarsi ed esplorare il mondo esterno. Protesta quando si separa , ma quando si rincontrano il bambino è felice di vedere il genitore, è tranquillo nel relazionarsi con gli estranei. Si sente amato, accolto e potrà tranquillamente esprimere il proprio disagio, perché è sicuro di essere confortato.

Da adulto sarà sicuro, capace di sperimentarsi ed esplorare il mondo esterno, mostrerà le proprie emozioni e saprà gestire le relazioni in maniera matura.

Lo stile evitante è tipico del bambino che ha avuto una madre evitante, poco accogliente ai suoi bisogni. Ha sperimentato poca presenza emotiva , può avere rabbia quando si avvicina al genitore, perché il bambino conosce il distacco emotivo ,quando si allontana dal genitore può esibire indifferenza e quando ritorna rimane ancorato su ciò che sta facendo. Sembra avere un’autonomia forzata, il bambino non esprime i propri sentimenti sapendo che non verranno accolti.

Da adulto sarà distante emotivamente e fisicamente. Avrà fiducia in se stesso in quanto da sempre ha contato su di sé, ma avrà una percezione dell’altro negativa , eviterà il conflitto sempre. Non esprimerà le proprie emozioni e non riconoscerà i propri bisogni.

Lo stile ambivalente è tipico del bambino che ha sperimentato l’ambivalenza del genitore, che a volte ha saputo accogliere i bisogni e altre volte li ha negati. Il bambino presenta dentro di sé una disorganizzazione , nel senso che non sa quando utilizzare il genitore come base sicura. Quando si distacca dal genitore non si consola ma è resistente nei suoi confronti quando cerca di abbracciarlo e consolarlo. L’equilibrio tra esplorazione e attaccamento non è buono, quindi il bambino sarà resistente al genitore anche quando sarà accogliente. Quindi non comprende quando sarà accolto o rifiutato, generando confusione.

Da adulto sarà insicura, incostante, senza fiducia in sé, avrà una percezione negativa dell’altro, possessivo e dipendenza dall’altro. Spesso ansioso e con autostima bassa, con continua ricerca di approvazione nell’altro.

Lo stile disorganizzato è tipico del bambino che fa esperienza del genitore immaturo, o con traumi da elaborare, dunque che esprime crisi di rabbia improvvise e preoccupazioni varie.

Il bambino non riesce a capire tali atteggiamenti del genitore e quindi il bambino sente tanta confusione dentro di sé , si sente impotente o di salvare il genitore.

Da adulto svilupperà relazioni patologiche, confuso, avrà sbalzi di umore ed episodi di autolesionismo.

 

 

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